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"UNA GALLINA QUASI DA BRODO"

Una storia di animali,  con alcuni riferimenti che potrebbero sembrare umani, ma animali e umani si sa sono molto simili....

E' una storia e come ogni storia alla fine ci si aspetta una morale....


Nanà
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Pag. 1

C'era un piccolo paese, Gallinpopoli, ai piedi di una gran montagna al di la della quale c'era il mare, un infinito e bellissimo e lucente mare.
In quel paese vivevano più animali che umani...da qui il nome.

I contadini che ivi abitavano avevano tutti un pò di terra coltivata e molto, molto bestiame.
Uno di questi proprio sotto la montagna aveva il gruppo di galline più grande e più bello, era il suo vanto di fronte a tutti i suoi compaesani; ma veniamo a noi, perchè di galline dobbiamo parlare e non di uomini.
Nel suo pollaio ne aveva più di cento, le riconosceva tutte e a tutte aveva dato un nome, Gea, Pina, Rosina, Titti, Frufru, Lillina, Geppa, e così via... ma una, una in particolare, la gallina Nella era la sua preferita, la Gallina per eccellenza, la Regina del pollaio, ed è proprio di lei che vogliamo raccontare la "triste" o "felice" storia, dipende solo dal punto di vista da cui la si guarda.

La gallina Nella era una gallina quasi da brodo, le sue piume erano bianche e lucenti, il becco di un bel color arancio e gli occhietti ancora molto vivaci, era una gallina sveglia e attenta, le giornate le trascorreva beccando e riposando, stava sulle sue...il gruppo la rispettava e un pò la temeva, lei aveva un'aria sofisticata e leggermente distante.

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pag. 2

Lei sognava guardando la montagna enorme, grandissima, che sovrastava la valle, sognava di avere ali potenti e veloci e  volare fino in cima per vedere l'immensità del mare, non aveva mai visto il mare...

Un pomeriggio di primavera inoltrata, beccando...beccando...non si accorse di essere andata oltre il pollaio e si ritrovò li ai piedi del monte, si fermò perplessa e un pò intimorita ma era l'occasione buona, pensò: 
<quasi quasi ci provo...>
Aprì le ali, tentò un decollo, fece un metro scarso e cadde al suolo, un altro tentativo, ma il risultato fu il medesimo.

Si guardò intorno sperando che nessuno l'avesse vista, vergognandosi un pò e mentre fece per andarsene, ahimè! nel bagliore del sole scorse due occhi che l'osservavano... voleva scappare ma era  anche curiosa di vedere di chi erano quegli occhi così intensi, stupiti e dolci.
Era un giovane aquilotto che attirato dal polverone che si levava di sotto era sceso a vedere cosa succedeva.

<Ehi gallinella...cosa vuoi fare? Vuoi forse volare?>
<Ma no!> rispose <Mi sgranchisco solo un pò>
<Sei una bella gallina>
<Grazie...> rispose, arrossendo alla sua maniera.
<Se vuoi volare, gallinella, potrei insegnarti, sarei un buon maestro, pensaci>

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pag. 3

<Ma una gallina non potrà mai volare, ti ringrazio aquilotto ma perderesti solo   il tuo tempo, ora devo tornare nel pollaio...>
<Io verrò qui ogni giorno per un pò, tu pensaci, se deciderai...>

Passarono alcuni giorni e Nella pensava a quel giovane aquilotto così sicuro di se e pensava di volare e pensava al mare. La tentazione era forte ma in cuor suo sapeva che per una gallina quasi da brodo sarebbe stato impossibile librarsi nel vento insieme con aquilotto.

Passò del tempo...non quantificabile per un animale, (è prerogativa umana imprigionare il tempo) finchè un giorno Nella decise di tornare ai piedi della grande montagna e con stupore trovò aquilotto che l'aspettava.

<Ciao gallinella, era tempo che ti decidessi a venire, ora sei qui,vuoi volare?>
<Si!> rispose senza nemmeno pensarci.

Lui era tutto eccitato, certo non era un'impresa facile insegnare ad una gallina l'arte del volo, ma all'aquilotto piaceva intraprendere ardue imprese.
Guardò con dolcezza la gallinella, aprì una delle sue possenti ali e la cinse per proteggerla ed incoraggiarla poi, con delicatezza,per farle provare il brivido dell'altezza, con i suoi robusti artigli, badando di non affondare troppo,la sollevò per alcuni metri.

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pag. 4

Era elettrizzante, il primo volo di nella, chi lo avrebbe mai detto...l'emozione fu fortissima (paragonabile al primo bacio di due umani innamorati).
Nei giorni a seguire Nella si allontanava beccando qua e la per non farsi scorgere dalle compagne e andava dal suo aquilotto che con coraggio e tenacia ogni giorno la sorprendeva con nuovi insegnamenti.

Nella negli ultimi tempi beccava pochissimo e dormiva altrettanto poco, era troppo euforica e felice, il suo mondo ora era oltre il pollaio e sospirando sognava di raggiungere in volo il mare.
Pensava anche molto al suo aquilotto, si stava scordando di essere una gallina quasi da brodo e nell'intimo  del suo cervellino cominciava a pensare di essere un'aquila.

Finalmente arrivò il gran giorno, aquilotto non disse nulla si guardarono...lei aprì le ali, lui aprì le sue e reggendola con discrezione cominciarono a volare verso il cielo.
Fu una sensazione talmente sublime, un'esplosione di felicità potente come un vulcano per entrambi, paragonabile ad un orgasmo umano.

<Ti porterò lassù Nella, in vetta la c'è il mio nido, da li si vede il mare>
<No aquilotto non me la sento, ho paura di non farcela, devi insegnarmi           ancora  molti trucchi del volo e devo ancora vincere quel senso di vertigine     che mi giunge improvviso>

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pag. 5

Loro volavano insieme, ogni giorno sempre un pò più in alto, era come se un bizzarro alchimista avesse inventato la formula magica per far diventare simili quelle due creature così diverse e distanti tra loro che avevano in comune una cosa sola, unica e bellissima "volare sempre più in alto".

Ogni tanto si fermavano su una roccia a riposare, i loro becchi si sfioravano, e chiacchieravano un pò sottovoce, alcune aquile volteggiando nei dintorni li scorgevano, c'era un gran via vai lassù, e restavano sorpresi, stupiti nel vedere insieme una gallina ed un aquilotto....ma che strana coppia...

Nella non resisteva più nel pollaio e aquilotto rientrava mal volentieri nel suo nido e quando calava la notte lui non dormiva ma pensava alla sua Nella, a volte scendeva a valle e sostava alcuni minuti davanti al pollaio e diceva piano fra se e se " un giorno ti porterò via...ti porterò lassù...)

Intanto fra le aquile si faceva un gran parlare di quella coppia alquanto singolare, perchè certo non poteva sfuggire agli occhi di nessuno che la situazione non era certo normale...

Dal canto suo l'aquilotto, pur convinto di ciò che faceva aveva a volte qualche incertezza che si tramutava in rabbia, ed allora per non farsi prendere dall'angoscia faceva lunghissimi voli sopra la montagna e pensava
"come posso portare Nella nel mio gruppo? Certo...lei è diversa dalle altre galline ma è pur sempre una gallina...il gruppo non l'accetterebbe mai...la scaccerebbe...o magari ci scaccerebbero entrambi"

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pag.6

Nell'attesa di Nella il suo cervello mieteva dolorosi pensieri, certo non poteva dirglielo così brutalmente, avrebbe trovato sicuramente la maniera più dolce per farglielo capire.

Nella arrivò quel giorno felice come non mai, vide aquilotto appollaiato su una piccola roccia e gli disse ansimante ed emozionata che era pronta a volare con lui nel suo nido...aquilotto non rispose, la guardò con uno sguardo talmente intenso da sciogliere completamente la gallinella...senza parlare la cinse, la portò rapidamente verso l'alto,ma nella sua mente ormai era chiaro ciò che avrebbe dovuto fare.

Lentamente cominciò a scendere, molto lentamente, voleva far durare quell'attimo un'eternità e giunti a terra dolcemente le disse:
<Nella mia dolce gallinella, non si può fare>

Nella capì e improvvisamente sentì tutti i suoi sogni cadere nella polvere con un rumore talmente assordante che tutta la valle ne fu scossa.
L'aquilotto rimase per lunghi interminabili minuti a guardarla con immenso amore poi aprì le ali e decollò senza più guardare giù...lasciando Nella nel suo infinito dolore, voleva piangere, ma anche questo non le era concesso, il pianto è umano.

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pag. 7

Nella tornò lentamente "coccodeccando" verso il pollaio, si fermò un attimo davanti allo steccato, si girò e guardò lassù dove il cielo era infuocato dal tramonto che incombeva e la vetta della montagna vi si ficcava dentro come una lancia, una lancia che trapassava anche il suo cuore, pensò a lui che viveva la, dove lei non sarebbe mai arrivata...ed allora rientrò nel pollaio.

Le sue compagne già dormivano, cercò un angolo nascosto e buio nel fondo del pollaio e si lasciò andare esausta...mise la testa sotto l'ala cercando di non pensare, di non ricordare i momenti di libertà vissuti col suo aquilotto, mentre il dolore si impossessava di lei lacerandole la mente e il corpo.

Nei giorni che seguirono ebbe una serie di reazioni contrastanti, passava da uno stato d'eccitazione saltellando per tutto il pollaio, creando scompiglio e spaventando le compagne, a stati di profonda prostrazione, e per ore ed ore non si muoveva più dal trespolo.
Pensava con amarezza "cosa sono ormai? Un'aquila? No! Una gallina normale? Oddio no! Non sono neanche più buona per far le uova...ora so cosa sono realmente:
"UNA GALLINA QUASI DA BRODO"

Mentre la sua mente si arrovellava tritando pensieri dolorosi, arrivò il contadino.
<Nellaaa...Nellaaaaaa...mia bella gallinella dove ti sei cacciata?>

Un pensiero sinistro le infuocò la mente...

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pag.8

<Ahh eccoti qui mia bella e "buona" Nella>

<Oh Signore ti prego! fa che non sia vero! >

Il contadino le accarezzo la testolina...nessuno vide il terrore negli occhi di Nella, fu un men che non si dica, capì che era la fine e che non avrebbe mai più visto il mare...l'ultimo pensiero fu per lui "addio mio giovane aqui..." il pensiero non finì, le torse il collo...qualche minuto dopo, quando le ali smisero di agitarsi già la stava spennando...

Ma successe qualcosa di strano, qualcosa di meravigliosamente strano, Nella volava nell'aria, sii era sopra la gallina morta, stentava a riconoscere in quella cosa ormai nuda e senza più dignità, se stessa.
"Che vergogna" penso "sono li senza piume, inerme..." allora  come per miracolo finalmente pianse. Si! Si accorse di piangere e capì che una gallina non può piangere ma l'anima di una gallina finalmente libera, lo può fare.

Era felice di piangere, era felice di fluttuare leggera ed era felice perchè saliva sempre più in alto, stava per raggiungere la vetta di quella montagna tanto desiderata,  e saliva e saliva e superava le aquile e saliva fino al nido del suo aquilotto, lo vide  e nuovamente pianse...e salì ancora e vide il mare e la libertà...era libera...libera di volare oltre l'infinito, oltre il pianto, oltre il dolore. 
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pag. 9

Intanto nella casa del contadino il povero corpo della gallina Nella, dopo essere stato ben ripulito dalle piume e lavato a dovere, finiva in una pentola per diventare una buona gallina lessa ed un buon brodo da minestra.


GIUSTA FINE DI UNA GALLINA DA BRODO!


______________________________________________________________FINE__Nanà


   <2>


"SEME DI ZUCCHERO"


_________________________________________nanà _FINE 




"Il coniglio che pensava col naso"

Tanto tempo fa, c'era un coniglio qualunque, bianco per la precisione.
La sua specialità era la stessa di tutti i conigli del mondo: pensava con il naso. Quanto più pensava, tanto più svelto lo muoveva, e lo arricciava così in fretta che quello alla fine,diventava di un rosa acceso.

Un giorno il naso annusò un'idea così bella che lasciò il coniglietto senza fiato. Per la gioia il cuore prese a battergli follemente, come se avesse inghiottito un milione di farfalle;  e il coniglio pensò:
<<ho avuto una buona idea che sembra quella di un bambino>>
e sapete qual'era questa idea? uscire dalla gabbia ogni volta che restava senza mangiare.

Così a po a poco il coniglietto prese gusto alla libertà e cominciò a scappare sempre più spesso dalla gabbia, ma non per la storia del cibo, ma per la voglia di conoscere il mondo.

Ogni volta che usciva, il cuore batteva forte forte, ma non è male, pensava, per un coniglio come lui, essere un pò spaventato. E' nel suo carattere, come lo è annusare le idee.
Era talmente felice che il suo naso si muoveva così svelto da riuscire ad annusare il mondo intero.

Alla fine scoprì che esistono cose che hanno un buon odore, ma non si mangiano...e che ascoltare a volte, è bello come mangiare!


DAVIDE

(Anche in questa favola che a qualcuno potrebbe sembra banale c'è una sua morale molto acuta, soprattutto se è stata scritta da un bambino di 9 anni che si chiama Davide. Chissà se  scrive ancora?)

_______________________________________FINE____Nanà

**4**
INTRODUZIONE AL DIPINTO
"LE MILLE E UNA NOTTE"
ESPOSTO ALLA GALLERIA D'ARTE
"LA CONCHIGLIA"
DICEMBRE 2017







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**5**


INTRODUZIONE AL DIPINTO
"PETER PAN"
 ESPOSTO ALLA GALLERIA D'ARTE 
LA CONCHIGLIA
DICEMBRE 2017






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